fototerapia

come fare terapia con la fotografia

alberto benessere, crescita personale

L’uso dell’arte fotografica in terapia e come espressione delle proprie emozioni

La pratica dell’uso della fotografia come terapia si data intorno al 1850 quando Hugh Welch Diamond applicò la fotografia e il processo fotografico in pazienti di sesso femminile. La sua convinzione era che catturare l’immagine di queste donne, il come apparivano per la loro malattia mentale, potesse rivelare anche il loro carattere. La ritroviamo poi anche dopo la la seconda guerra mondiale come attività ricreativa negli ospedali civili per curare le persone dalla malattia sia mentale che fisica.

Ad oggi l’uso terapeutico della fotografia si divide in due categorie: la foto-terapia e la fotografica terapeutica. La differenza fra questi due approcci risiede nel fatto che la foto-terapia è condotta da un psicoterapeuta mentre la fotografia terapeutica può essere condotta da se stessi, da soli o in gruppo alla stessa maniera di quando si inizia un’altra arte come ad esempio la pittura, ossia un mezzo espressivo delle proprie emozioni.

Sebbene le persone non si soffermino coscientemente quando scattano una fotografia, questa presenta molto più significati dei dettagli convenzionali visibili in superficie. Persino in una fotografia della vita di tutti i giorni ci sono impresse emozioni, segreti e codici simbolici privati che uno sconosciuto difficilmente coglie. L’uso della fotografia è un ponte con l’inconscio personale.

5 sono i modi in cui usare la foto-terapia e sono legati alle relazioni possibili tra la persona e la macchina fotografica o il fotografo:

1) Foto create o scattare dal paziente. Questo significa foto di altri, prese dai giornali o internet

2) Foto che ritraggono il paziente scattate da altri

3) Autoritratti

4) Album di famiglia o collezioni biografiche

5) Proiezioni fotografiche ovvero la creazione di fotografie da parte di chi le guarda mentre le sta guardando e che nutrono interesse per il paziente o il terapeuta durante le seduta. Questa tecnica lavora sui significati che la persona attribuisce alla fotografia

Le immagini diventano il catalizzatore per instaurare una comunicazione, che in certi casi faticherebbe a nascere. Il descrivere le fotografie apre la strada a un tema chiave del paziente, una prospettiva dei pensieri e sentimenti. La fotografia scavalca l’ostacolo della coscienza e dei meccanismi di difesa perché agisce a livello inconscio. Mentre guardiamo o scattiamo una fotografia infatti, non razionalizziamo quello che vediamo, scattiamo e basta oppure leggiamo quello che vediamo.

La fotografia è quindi un’altra via per comunicare sentimenti che difficilmente si farebbe verbalmente.

Concludo ricordando come siano le foto artistiche, di famiglia, o personali, le fotografie sono un segnalibro delle nostre emozioni.

 

Bibliografia utile:

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Krauss, D.A., & Fryrear, J.L. (Eds.). (1983). Phototherapy in mental health. Springfield, Illinois: Charles C. Thomas.

Weiser, J. (2001). PhotoTherapy techniques: Using clients’ personal snapshots and family photos as counseling and therapy tools (Invited feature article in “Special Double Issue: Media art as/in therapy”). Afterimage: The Journal of Media Arts and Cultural Criticism, 29:3 (Nov/Dec), 10-15.

Wessels, D.T. (1985). Using family photographs in the treatment of eating disorders. Psychotherapy in Private Practice, 3:4, 95-105.

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